Con l'avvento di un'economia sempre più interconnessa a livello mondiale, ogni possibile accadimento, positivo o negativo che sia, in alcuni Paesi chiave, determina movimenti repentini ed imprevedibili di investitori ed operatori e, di conseguenza, delle borse. Tra le conseguenze di questi movimenti repentini vi può essere anche la caduta di una borsa, dovuta appunto ad eventi particolari o allo scoppio di bolle speculative (che rappresentano un aumento ingiustificato della domanda di un bene e di conseguenza del suo prezzo su un mercato). Tanti sono stati, fin dai decenni scorsi, i crolli di borse, con conseguenze in tutto il mondo. Tuttavia dal 1992, esiste uno strumento capace di evidenziare l'eccessiva volatilità dei mercati finanziari e di conseguenza "prevedere", in una qualche misura, un eventuale crollo. Esso si chiama Indice VIX.
Come funziona
Introdotto alla Chicago Board Options Exchange, il più grande mercato mondiale di opzioni, il Volatility Index o VIX misura appunto la volatilità dell'indice Standard&Poors 500 presso la borsa di New York, attraverso le cosiddette "opzioni". In pratica, il VIX non è altro che un indicatore della volatilità del prezzo delle opzioni, quindi di quanto denaro un operatore finanziario è disposto a pagare per avere il diritto (ma non l'obbligo) sull'acquisto o la vendita di un bene, entro un termine prefissato, su cui c'è appunto questa opzione. Naturalmente, tale facoltà di svolgere queste operazioni, a fronte di prezzi molto variabili sul mercato, tende a "valere" di più e quindi ad essere pagato maggiormente.
Generalmente, se questa volatilità cresce, l'indice borsistico tende verso un ribasso. Infatti, se il livello del VIX tende ad essere intorno a 20 o inferiore, la borsa si trova in una situazione tranquilla e quindi solitamente tende al rialzo. Se invece i valori di questo indice si attestano tra 20 e 40, la borsa comincia ad andare in fibrillazione. C'è quindi uno scenario teso, ma non per forza tendenzialmente al ribasso. Se poi tali valori superano i 40, allora ci si trova in un momento di considerevole volatilità, dovuta a incertezza o paura degli investitori. Infatti, in periodi appunto di grande incertezza, il timore di una considerevole riduzione dei prezzi tende a stimolare la domanda di questo tipo di opzioni e di conseguenza ad incrementare i valori del VIX.
Per tale motivo, questo indicatore è stato anche definito l'"indice della paura", in quanto connesso al timore di un crollo dei mercati. Nei decenni scorsi, infatti, ogni qual volta il valore del VIX ha superato una certa soglia critica, si è innescata una corsa al ribasso della borsa e dei suoi titoli. Un esempio, tra i tanti, si è verificato nel 2008, quando tale indice ha superato la soglia di 80, anticipando in pratica la crisi della banca americana Lehman Brothers ed il successivo crollo della borsa di New York, avvenuto in diverse occasioni.