Giga.it accetta pagamenti in bitcoin

Giga.it accetta pagamenti in bitcoin

Una “valuta” relativamente nuova si affaccia sul complicato panorama economico odierno. Ma come funziona? Proviamo a capirci qualcosa…

Per i tanti che si rivolgono all’azienda specializzata e che hanno cominciato a orientarsi subito sulla faccenda che stiamo per affrontare sarà probabilmente una buona notizia: da poco tempo Giga.it accetta pagamenti in bitcoin.

Si tratta di un innovativo gateway, come si dice in gergo, ovvero un modo per liquidare i servizi che ti vengono corrisposti senza spendere un euro (in un certo senso è proprio così) e senza mettere mano al portafoglio o al libretto degli assegni.

Perciò la modalità in questione è stata battezzata per l’occasione CoinGate. Una notizia che implica dei potenziali vantaggi, come vedremo meglio nei paragrafi che seguono. Ma soffermiamoci un attimo anche sulla società che ha intrapreso questa strada alternativa.

Cos’è Giga.it

Si tratta di un’impresa leader nel settore della registrazione dei domini (il primo passo per la costruzione di un sito in rete), con annessi e connessi. Quando decidi che è arrivato il momento di espanderti on line, presentando i tuoi prodotti a un pubblico potenzialmente vastissimo, Giga.it ti guida verso le soluzioni più adatte a te, alle tue ambizioni, alle tue tasche.

Un gruppo di esperti ti conduce alla scelta dell’hosting più idoneo agli obiettivi che ti sei prefisso, del content management system che ti ci vuole, e ti spiega come far presa sugli oramai irrinunciabili social networks e come guadagnarti l’attenzione degli utenti.

Le loro visite migliorano l’indicizzazione sui motori di ricerca, e se lavori bene (e non molli, quindi aggiorni costantemente il website e le sue funzionalità) il tuo marchio acquisirà un’importanza progressivamente maggiore nel tuo settore.

Insomma, un team che ti fornisce gli strumenti giusti e mette a tua disposizione vari pacchetti per dotare la tua struttura virtuale di tutto ciò che le serve, ora e in seguito.

La (ri)scoperta dei bitcoin

Ma cos’è, dunque, questa “valuta inesistente”, valida solo per scambi telematici? Non è che sia spuntata solo adesso; ma è tornata alla ribalta delle cronache la scorsa estate, dopo uno stop imposto dai mercati cinesi (dove se ne faceva un uso forse eccessivo).

Un accadimento che, insieme ad altri, invita anzi a maneggiare con prudenza la materia. In effetti le quotazioni dell’unità monetaria di cui stiamo parlando partirono da pochi centesimi, e negli ultimi tempi, visto l’interesse degli investitori di tutto il globo, ha raggiunto picchi da 5000 $!

Dopo l’episodio orientale del quale si accennava, c’è stato un ridimensionamento a 3000 (- 40%, in pratica). 

Risalendo alle origini…

La creazione del bitcoin risale già ad alcuni anni fa, attribuibile a un impiegato che operava nel campo dell’informatica.

Nel 2009 Satoshi Nakamoto – questo il suo nome, certamente uno pseudonimo – inventa questa moneta indipendente da qualsiasi istituto di credito, la cui consistenza dipende appunto da chi decide di investirci. Una caratteristica di rilievo riguarda l’anonimato delle operazioni, poiché queste ultime rimangono criptate.

Ci vuole un’iscrizione

Ci vuole un “indirizzo bitcoin” per le transazioni su Internet, ma ci sono anche dei mediatori che assumono la funzione di una banca. Il “portafogli”, a ogni modo, può essere ospitato pure da un comune (seppur potente) pc. L’utilizzo diretto, in assenza di intermediari istituzionali, rende la divisa in un certo senso inattaccabile. 

Come si ottengono i bitcoin?

È necessario anzitutto disporre di un computer capiente, dicevamo, anche perché ci sono di mezzo algoritmi complicati.

Le quote sono assegnate tramite delle estrazioni on line, però è possibile pure comprare bitcoin già circolanti. Tra l’altro, secondo una regola prestabilita non possono circolare più di 21 milioni di “monete”: un sistema che argina deflazioni o inflazioni.

Dove si spendono?

A parte che, ribadiamo, Giga.it accetta pagamenti in bitcoin, è legittimo domandarsi quali sono gli altri canali in cui tale valuta è ammessa. Attualmente sono più o meno una decina di migliaia i locali del mondo che la riconoscono, e ci sono anche normali esercizi commerciali come caffè e ristoranti.

La nascita di questa sorta di risorsa economica parallela, per affiancare o addirittura contrastare (fino a sostituirle?) le “dittature” imposte dai soldi normali e dalle carte di credito, è subordinata agli effetti della crisi. Tuttavia, fai attenzione al “lato oscuro”: ci sono commerci perfino clandestini in seno al cosiddetto dark web dove le banconote comuni sono bandite. Guardatene.

Che cosa pensi dei bitcoin?